Il Giradischi – Storia, tipologie e “Turntabilism “

Il Giradischi è un dispositivo elettrico di riproduzione sonora costituito da un piatto rotante, sul quale viene posto un disco che viene letto da un braccio dotato di puntina scorrendo sugli appositi solchi.
È un’evoluzione del grammofono, inventato da Emile Berliner nella seconda metà del XIX secolo.

Esistono diversi tipi di giradischi in commercio.
L’aspetto principale che differenzia quelli utilizzati per l’ascolto di musica da quelli utilizzati dai DJ è il tipo di trazione utilizzata per dare movimento al piatto rotante:

  1. A cinghia: è tra le prime tecnologie applicate. Si basa sulla trasmissione della rotazione tra un motore elettrico ed il piatto rotante, mediante l’uso di una cinghia (in genere costruita in caucciù).
    Sono i preferiti dagli appassionati di musica e sono poco adatti al mixaggio, sebbene i primi giradischi adattati al mixing utilizzassero questa tecnologia.
  1. A trazione diretta: sono i preferiti dai DJ in quanto patiscono meno il bloccaggio del piatto rotante (turntable) non essendoci strisciamento della cinghia e conseguente riscaldamento e usura.
    Inoltre la trazione diretta consente di trasferire al piatto una maggior quantità della potenza meccanica prodotta dal motore.

LA STORIA

Il primo apparecchio di riproduzione acustica, “antenato” dell’odierno Giradischi, fu il Fonografo, inventato da Thomas Edison nel 1877.
La prima frase che Edison incise canticchiando fu una nota filastrocca inglese chiamata “Mary had a little lamb”.

I primi Fonografi di Edison usavano come supporto di registrazione un cilindro mentre il successivo utilizzo e diffusione del disco avvenne grazie a Emile Berliner negli anni 90 del 1800.
Edison, seppur riluttante, si convertì poi al disco nel 1912, e cessò la produzione dei cilindri nel 1929.

Il moderno Giradischi, nato per riprodurre musica, può essere però utilizzato anche come un vero e proprio strumento musicale.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale vennero introdotte macchine amplificate elettricamente che andarono a sostituire gradualmente i grammofoni acustici.
Grazie agli amplificatori, il suono poteva distribuirsi attraverso casse acustiche in grado di aumentare la potenza di distribuzione.
Nacquero così in quegli anni sempre più feste senza la presenza di una band, soprattutto negli Stati Uniti.
Tuttavia divenne indispensabile una persona addetta alla selezione musicale, cioè il DJ (Disc Jockey).

IL GIRADISCHI COME STRUMENTO MUSICALE

Questo fino alla fine degli anni ’70, quando nei ghetti neri del Bronx e di Harlem nacque il Turntablism.

Questa complessa arte si svilupperà fino a far diventare il giradischi uno strumento musicale, in grado di produrre dei suoni con il movimento manuale ripetuto del disco sul platter, il cosiddetto “graffio” della puntina o scratch
Con movimenti sul cross-fader con una mano, e sul disco con l’altra mano i DJ che praticano Turntabilism riescono in questo modo a creare note, ritmi e suoni.

Per un DJ, lavorare con il giradischi è ovviamente più impegnativo che utilizzare strumenti digitali come CDJ o i computer.
Questo perché uno strumento analogico non permette di godere di tutti quei vantaggi offerti negli ultimi anni dalla tecnologia, come la visualizzazione grafica dell’onda tramite il computer.

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